LA SOSTENIBILITÀ
COME VALORE COMPETITIVO

La comunicazione diventa complessa.  Sul  mercato l’offerta è quasi sempre superiore alla domanda, spesso ci si misura  con Paesi in via di sviluppo che stravolgono le regole della concorrenza spesso sleale. La guerra dei prezzi  sembra essere l’unica arma per tenere la posizione. Ma sarà proprio cosi?

Per fortuna No.

Da tempo emergono nuovi valori, il bisogno di etica, di rispetto per l’ambiente, una crescente richiesta di sicurezza i tutti gli ambiti, di reciprocità e di relazioni. Siamo di fronte ad una profonda trasformazione della società, e per le aziende consapevoli di questo cambiamento  si stanno spalancando enormi possibilità a patto che cambi  inseme la cultura di impresa.

Adottare il modello delle 3P (people, planet, profit) è il nuovo paradigma delle aziende lungimiranti.

UN VALORE UNIVERSALE

Dalle ultime indagini EURISKO il 63% degli italiani  ritiene la sostenibilità un valore irrinunciabile. Le persone considerano sempre più la qualità della vita  il fattore fondamentale del benessere.   Patologie da inquinamento, cambiamenti climatici, eccessivo sfruttamento delle risorse nei prossimi anni faranno crescere la richiesta di sostenibilità da parte dei cittadini. A quel punto sarà una vera e propria discriminante di mercato. Per le aziende che guardano la propria azienda ai prossimi 20 anni è ora il tempo di affrontare il tema, conquistando quel vantaggio competitivo che spetta alle elite.

Temporeggiare significa inseguire, con  costi enormemente più elevati per conquistare posizioni già solidamente presidiati dai concorrenti.

LE PREMESSE

  • Adeguamento culturale dell’impresa
  • Privilegiare la strategia alla tattica
  • Coinvolgimento delle risorse.
  • Comunicazione coerente
  • Trasformazione reale dei processi, verificabili, misurabili
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PERCHÈ
LA SOSTENIBILITÀ

Green Thinking – Pensare di vivere nei limiti di un solo pianeta è lo slogan alla base di qualsiasi strategia aziendale riferibile alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. La rivoluzione internet ha drasticamente cambiato il paradigma del marketing. Oggi la comunicazione si misura con dei sistemi di raccomandazione di massa quali Facebook, Twitter e in minor misura tutti gli altri social network. In pochissimo tempo le comunità on line con miliardi di relazioni grazie alla viralità tipica dei social media, possono distruggere la reputazione di una azienda o eleggerla tra le elite. La sostenibilità è una opzione,  ma la sua scelta deve essere autentica e realizzata  “a bassa voce”. Se viene adottata solo di facciata  per fronteggiare un declino in corso si può solo peggiorare la situazione.

Il potere ultimo risiede nelle mani dei consumatori, in quanto alla fine sono le loro scelte di acquisto e stile di vita che possono fare la differenza. Un potere ulteriormente aumentato recentemente dai social media, attraverso i quali miliardi di interazioni possono influenzare con raccomandazioni e condivisioni di esperienze gli orientamenti degli amici e della comunità di appartenenza.
Con le loro scelte i consumatori/clienti possono premiare o sanzionare (fino al ricorso a campagne di boicottaggio) l’impegno e la performance di sostenibilità dei produttori. Ma non è soltanto con l’atto finale di acquisto che i consumatori/clienti possono influenzare le strategie e gli investimenti dei produttori, ma anche diventando più assertivi, esigenti e vocali. Varie sono le vie attraverso le quali esercitare la propria influenza:

  • intensificando la richiesta di una informazione precisa su caratteristiche e prestazioni di prodotti e servizi anche attraverso la consultazione dei siti aziendali,
  • ribadendo in ogni occasione l’importanza di una effettiva garanzia sui requisiti di salute, sicurezza, impatto ambientale dei prodotti, di processi produttivi poco inquinanti ed esprimendo la loro preoccupazione per il cambiamento climatico,
  • assegnando maggior peso a nuove domande di responsabilità socio-ambientale, pur senza rinunciare alle tradizionali richieste di eccellenza qualitativa, value for money e alto livello di servizio,
  • dimostrandosi più disponibili a rivedere le proprie abitudini di consumo/uso dei prodotti a favore di sistemi economici più ecosostenibili.

COME ADOTTARE
LA SOSTENIBILITÀ

I tempi necessari al cambiamento culturale e strutturale in senso sostenibile di una azienda devono essere compatibili con le risorse a disposizione. E’ necessario definire  tempi e modalità considerando una implementazione progressiva e programmata in tutti i settori e processi aziendali. I clienti apprezzano meglio la concretezza delle continue piccole novità piuttosto che la rivoluzione verde strombazzata sui media. Una corretta timeline e un impianto comunicazionale coerente consolideranno la reputazione dell’impresa attorno ad un principio fondamentale dei nostri tempi che continuerà a persistere e consolidarsi nei prossimi decenni.

La reputazione e dunque la scalata nelle preferenze dei consumatori è realizzabile solo con il completamento di tutte le premesse necessarie. Di base deve essere preceduta da una fase di digital trasformation necessaria per adeguare le infrastrutture aziendali a gestire le nuove interfacce:
social media, stackeholder, fruizione documentale oltre che organizzazione e comunicazione secondo il principio della bidirezionalità

Connettersi <> Ascoltare <> Raccontare <> Partecipare <> Comunicare <> Coinvolgere

COSA FACCIAMO

Affrontiamo questo tipo di attività in base alla esistenza o no della certificazione ISO UNI ENI 14001. Consideriamo tale norma utile nella riduzione progressiva dell’impatto ambientale e per la costruzione di filiere sostenibili in quanto i singoli nodi attraverso la certificazione sono facilmente individuabili. La norma è utile nel B2B ma ha pochissima forza di comunicazione nel B2C, come tutte le norme tecniche è più che altro rivolta agli addetti ai lavori. Il nostro lavoro tocca tutti quegli aspetti intangibili estranei ai processi produttivi ma estremamente necessari per le attività di comunicazione dell’azienda e per la valorizzazione del suo ecosistema.

Prodotto e Imballo:

  • Design e ottimizzazione degli scarti di produzione
  • Forza pedagogica
  • Story telling del prodotto
  • Ricerca di materiali alternativi a basso impatto

Organizzazione 

  • Attività di formazione e motivazionali delle risorse e della forza vendita (eventi, seminari meeting)
  • Strutturazione e stesura di codici etici e di comportamento
  • Organizzazione di newsletters  tematiche
  • GPP (definizione di procedure di Green Procurement)
  • Supporto per la ristrutturazione delle filiere e la riduzione dei consumi.
  • Gestione degli Stackeholder primari
  • Definizione degli obiettivi, delle iniziative e dei benchmark

Aspetti specifici per la comunicazione.

  • Studio dei testi e del linguaggio applicato alla comunicazione per gli aspetti della sostenibilità
  • Integrazione del piano di comunicazione
  • Stategie specifiche di comunicazione
  • Newletters e attività di publishing rivolte al cliente.

 

 

 

 

 

DOVE ADOTTARE
LA SOSTENIBILITÀ

Il primo luogo dove implementare la sostenibilità  sono la mente delle  persone che lavorano in azienda a tutti i livelli.

Non è possibile comunicare sostenibilità se l’azienda stessa non è coinvolta dal tema. Inoltre devono essere coinvolti tutti i livelli gerarchici. Spesso assistiamo a lodevoli iniziative del management con ottimi progetti che inevitabilmente si disperdono (a volte anche boicottati) ai piani inferiori.

Sulle priorità definite si deve intervenire progressivamente su tutti i processi aziendali,

  • Revisione delle filiere e sostenibilità  dei fornitori
  • Progettazione degli imballi e dei prodotti
  • Impiego di energia e tipologia di mobilità
  • Ridefinizione della documentazione aziendale e dello story telling
  • Fine vita e inbound recycling (Uno degli argomenti più forti di Ringana una delle più importanti aziende di biocosmetica europee con un giro di affari di 30 milioni di euro è che dichiara un residuo settimanale di rifiuti non riciclati di circa 20 Kg)
  • Progetti di responsabilità sociale nel proprio territorio
  • Trasformazione digitale
  • Archiviazione documentale